Non sono andato a Roma cercando soluzioni ai miei problemi. A 39 anni, pensavo di avere già tutte le strategie di business necessarie. Sono andato per accontentare un amico, per staccare dal lavoro, forse anche per curiosità. Sono tornato con una prospettiva imprenditoriale completamente rinnovata, nata nel posto più inaspettato: davanti a un quadro di Caravaggio.
Andrea, 39 anni, Treviso
Il treno è entrato nella stazione Termini alle 11:20 di un giovedì mattina insolitamente limpido. Roma ci dava il benvenuto con una luminosità speciale che faceva brillare ogni dettaglio architettonico. Sotto il grande orologio della stazione, Elen ci attendeva con un cartello discreto: "Bianco Viaggi - Pellegrini". Eravamo diciotto persone, sconosciuti uniti dal desiderio di vivere Roma in modo diverso, autentico.
"Benvenuti alla città eterna," ha detto Elen con un sorriso che trasmetteva serenità. "Questo non sarà un tour turistico, ma un cammino dell'anima attraverso secoli di fede e arte."
Dopo aver lasciato i bagagli nell'albergo vicino a Piazza Navona, la nostra guida ci ha sorpreso. Invece di portarci subito alle basiliche più famose, ha iniziato il nostro percorso in un modo inaspettato: con una visita alla Chiesa di San Luigi dei Francesi.
"Per comprendere Roma e la sua spiritualità," ha spiegato, "a volte dobbiamo passare attraverso l'arte che l'ha espressa nei secoli."
Ed eccoli lì, i tre capolavori di Caravaggio nella Cappella Contarelli che avevo visto solo nei libri d'arte: la Vocazione di San Matteo, San Matteo e l'Angelo, e il Martirio di San Matteo. Elen ci ha invitato a sederci sui banchi in silenzio, semplicemente contemplando.
"Guardate come Caravaggio usa la luce," ha sussurrato dopo alcuni minuti. "La chiama dal buio, esattamente come fa Dio con ciascuno di noi."
Fai il tuo primo passo.
Il tuo pellegrinaggio inizia così.
In quel momento, davanti alla Vocazione di San Matteo, ho sentito qualcosa cambiare dentro di me. Quel dito di Cristo che indica, quella luce che taglia l'oscurità, quello sguardo sorpreso dell'esattore delle tasse... era come se Caravaggio avesse dipinto non una scena biblica, ma il momento presente della mia vita.
"Non è solo pittura," ha continuato Elen. "È una testimonianza di come Roma, nei secoli, abbia saputo parlare all'anima attraverso la bellezza. Questo è ciò che rende un pellegrinaggio romano unico al mondo."
Il secondo giorno è stato dedicato al cuore spirituale di Roma. Sveglia all'alba per evitare le code, ma con Bianco Viaggi era tutto organizzato nei minimi dettagli.
"La loro capacità di evitare le code interminabili è impressionante," avevo pensato quando prenotai, e ne ho avuto conferma.
Prima di dirigerci verso Piazza San Pietro, Elen ci ha portato in un luogo speciale: la chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario della Divina Misericordia. "Qui troverete un'oasi di pace nel caos romano," ha spiegato. "Un luogo che parla direttamente al cuore."
Entrando, sono stato colpito dalla semplicità e dall'intensità del luogo. Al centro della mia attenzione, il famoso quadro "Gesù Confido in Te", con quei raggi bianchi e rossi che si irradiano dal cuore di Cristo. Elen ci ha spiegato brevemente la storia di Santa Faustina Kowalska e il messaggio della Divina Misericordia, poi ci ha lasciato tempo per la preghiera personale.
Ho acceso una candela e mi sono seduto in contemplazione davanti all'immagine. Non sono un mistico, tutt'altro. Nella mia vita professionale sono abituato a dati, numeri, strategie di mercato. Eppure, in quel momento, davanti a quel quadro e alla fiamma tremolante della mia candela, ho avvertito una chiarezza mentale sorprendente.
Come se improvvisamente vedessi la mia azienda in crisi da una prospettiva completamente nuova. Non più come un problema da risolvere con le stesse logiche che l'avevano creato, ma come un'opportunità di reinventare tutto: relazioni, processi, priorità.
"A volte," ha detto Elen mentre ci preparavamo a uscire, "i luoghi spirituali ci offrono intuizioni che vanno ben oltre la sfera religiosa. È come se qui le menti si liberassero dai soliti schemi."
L'udienza del mercoledì con Papa Leone XIV è stata il momento culminante della giornata. Piazza San Pietro era un mare di persone, ma grazie a Bianco Viaggi avevamo posti riservati in un settore privilegiato.
Quando il Papa è arrivato sulla papamobile, la folla ha esultato. Il suo volto sereno, i suoi gesti misurati, il suo sorriso gentile... tutto in lui comunicava una pace che sembrava venire da un'altra dimensione.
Durante il suo passaggio tra i settori, è accaduto qualcosa che non dimenticherò mai. La papamobile si è fermata proprio davanti al nostro gruppo. Papa Leone XIV si è alzato, ha benedetto la folla e poi, per un istante che è sembrato eterno, i suoi occhi hanno incrociato i miei.
Non so spiegare razionalmente cosa sia successo in quel momento. So solo che quello sguardo mi ha attraversato come un raggio di luce, simile a quello che Caravaggio dipinge nelle sue tele. Ho sentito una forza nuova nascere dentro di me, una chiarezza che non avevo mai provato prima.
Nel suo discorso, Papa Leone XIV ha parlato della speranza come "la virtù dei tempi difficili" e dell'importanza di "costruire ponti in un mondo che erige muri". Parole che sembravano rivolte direttamente alla mia situazione lavorativa, alle difficoltà che stavo affrontando nella mia azienda in crisi.
Il nostro terzo giorno a Roma ci ha portato a scoprire l'altra faccia della città eterna: quella delle basiliche antiche e dei luoghi sacri meno conosciuti.
Abbiamo iniziato con la Basilica di Santa Maria Maggiore, con i suoi mosaici paleocristiani che raccontano storie di fede che hanno attraversato i secoli. Elen ci ha raccontato che è l'unica basilica di Roma ad aver conservato la struttura paleocristiana originale.
"Notate come la luce filtra diversamente in questa basilica," ci ha fatto osservare. "I costruttori medievali la progettarono perché il 5 agosto, festa della Madonna della Neve, un raggio di sole illuminasse precisamente l'altare maggiore."
Questi dettagli, che non si trovano nelle guide turistiche, hanno reso il nostro pellegrinaggio unico. Non stavamo solo "visitando" Roma, ma imparavamo a leggerla con occhi nuovi.
Fai il tuo primo passo.
Il tuo pellegrinaggio inizia così.
Nel pomeriggio, Elen ci ha guidato in un percorso insolito tra piccole chiese nascoste nei vicoli. La Chiesa di San Luigi dei Francesi, dove eravamo stati il primo giorno, era solo l'inizio. Abbiamo scoperto Sant'Agostino con il Caravaggio della Madonna dei Pellegrini, Santa Maria della Pace con gli affreschi di Raffaello, San Clemente con le sue tre chiese sovrapposte che raccontano venti secoli di storia.
"Roma è come un libro," ha detto Elen mentre ci guidava attraverso questi tesori nascosti. "Si può leggere in superficie, ammirando copertina e illustrazioni. O si può decidere di leggere tra le righe, scoprendo storie dentro altre storie."
Prima di ripartire, abbiamo fatto un'ultima visita alla Chiesa di Sant'Ignazio, dove Elen ci ha mostrato l'incredibile affresco di Andrea Pozzo sul soffitto: una prospettiva che crea l'illusione di una cupola che non esiste realmente.
"A volte," ha commentato, "ciò che sembra impossibile diventa possibile se cambiamo prospettiva." Quelle parole risuonavano perfettamente con la trasformazione che stavo vivendo.
Il treno per Treviso è partito nel tardo pomeriggio. Guardando dal finestrino Roma che si allontanava, ho ripensato a quei tre giorni intensi. Non erano stati solo una parentesi spirituale nella mia vita quotidiana, ma l'inizio di qualcosa di nuovo.
Quel breve scambio di sguardi con Papa Leone XIV aveva acceso in me una determinazione che ho portato direttamente nel mio lavoro. Tornato a Treviso, ho affrontato la crisi aziendale con un approccio completamente nuovo, trovando soluzioni creative che prima non riuscivo nemmeno a immaginare.
La bellezza di Roma, la sua stratificazione di significati, il modo in cui l'arte e la fede si intrecciano in ogni angolo... tutto questo mi aveva insegnato a vedere la complessità come una risorsa, non come un problema.
Ho chiamato Elen due settimane dopo il nostro ritorno per ringraziarla. "Sai," le ho detto, "quel Caravaggio in San Luigi dei Francesi... lo sogno ancora."
Ha riso. "È così che funziona Roma. Ti entra dentro e non se ne va più."
Aveva ragione. Roma non se n'è mai andata. La porto con me ogni giorno, nel modo in cui guardo il mondo, nelle decisioni che prendo, nella nuova fiducia che sento.
Come aveva detto Elen all'inizio del nostro pellegrinaggio: "Non si va a Roma per vedere, ma per essere trasformati." E così è stato per me.