"Non dormivo più la notte pensando a dove fosse e cosa stesse facendo. Mio figlio stava prendendo una strada pericolosa, e io mi sentivo completamente impotente."
Con queste parole cariche di dolore, Francesca, 51enne veronese, inizia a raccontare la sua storia.
"Sono tornata dal pellegrinaggio a Medjugorje con una forza che non sapevo di avere, una forza che mi ha permesso di affrontare il problema di mio figlio in modo completamente diverso."
Una testimonianza autentica della trasformazione vissuta durante il viaggio organizzato da Bianco Viaggi – un cambiamento che ha dato a questa madre gli strumenti per aiutare il figlio in difficoltà.
Il Podbrdo, la collina delle apparizioni, si presenta come un percorso impegnativo: un sentiero roccioso, ripido, disseminato di pietre aguzze. Per Francesca, questa ascesa è diventata metafora del suo cammino personale.
"Mentre salivo quella collina, ogni passo era come affrontare un pezzo del mio dolore,"
racconta, gli occhi lucidi al ricordo.
"Ho iniziato con lo stesso peso che mi portavo dentro da mesi – preoccupazioni, sensi di colpa, domande senza risposta sul perché mio figlio stesse attraversando questa fase così difficile."
La guida esperta di Bianco Viaggi, organizzatore specializzato in pellegrinaggi a Medjugorje, aveva suggerito di compiere la salita in silenzio, trasformandola in una preghiera personale.
Fai il tuo primo passo.
Il tuo pellegrinaggio inizia così.
"A metà percorso ero quasi tentata di tornare indietro,"
confessa.
"È stato in quel momento che ho avvertito qualcosa di difficile da spiegare – come se una presenza gentile mi invitasse a continuare, a non arrendermi, proprio come non dovevo arrendermi con mio figlio."
Raggiungere la statua della Madonna in cima al Podbrdo ha rappresentato un momento di liberazione emotiva per questa madre sconvolta.
"Mi sono seduta su una roccia e ho pianto tutte le mie lacrime,"
racconta.
"Per la prima volta, non erano lacrime di disperazione o rabbia verso mio figlio, ma di accettazione. È stato come se la Madonna di Medjugorje mi stesse dicendo: 'Hai fatto del tuo meglio. Ora affidami questo peso. Non sei sola in questa battaglia per salvare tuo figlio.'"
"Ero partita da Verona carica di rabbia e frustrazione,"
ammette Francesca.
"Vedevo mio figlio autodistruggersi giorno dopo giorno e mi sentivo impotente.
Mi chiedevo persino se queste apparizioni di Medjugorje, che continuano dal lontano 1981, fossero reali o solo una falsa speranza."
L'incontro con uno dei veggenti di Medjugorje ha rappresentato un punto di svolta.
"Non cercavo miracoli eclatanti," spiega Francesca, "
cercavo una via d'uscita dal mio incubo di madre.
Quando il veggente ha parlato delle apparizioni della Madonna di Medjugorje e del suo messaggio speciale per le famiglie in crisi, è stato come se parlasse direttamente della mia situazione, come se conoscesse mio figlio."
Particolarmente significativo è stato il messaggio sull'importanza della preghiera per i giovani smarriti.
"Il veggente ha detto che la Madonna insiste sul pregare per i figli che hanno perso la strada. In quel momento, ho capito che mio figlio non era 'cattivo' – era solo perso.
E io potevo essere lo strumento per riportarlo sulla giusta via."
La parrocchia di San Giacomo a Medjugorje, centro delle apparizioni mariane, diventa ogni sera teatro di celebrazioni che riuniscono pellegrini da ogni parte del mondo.
Il programma serale, con la recita del rosario, la celebrazione eucaristica e l'adorazione, rappresenta un momento culminante della giornata per chi partecipa al pellegrinaggio.
"C'era qualcosa di straordinario nel pregare insieme a persone di decine di nazionalità diverse,"
racconta.
"Ascoltare il rosario recitato in tante lingue eppure sentirsi parte di un'unica grande famiglia... è un'esperienza che cambia la prospettiva."
Questa dimensione universale della preghiera ha aiutato Francesca a collocare il suo dolore in un contesto più ampio.
"Durante l'adorazione, ho compreso che ognuna di quelle persone portava il proprio fardello. Eppure c'era una serenità collettiva, una pace palpabile. Ho iniziato a sentire che quella serenità poteva essere anche mia."
Fai il tuo primo passo.
Il tuo pellegrinaggio inizia così.
"Bianco Viaggi è conosciuta come una delle migliori agenzie per i pellegrinaggi a Medjugorje e ora posso confermare personalmente!"
"Ciò che distingue Bianco Viaggi non è solo l'efficienza logistica, che pure è impeccabile,"
spiega Francesca.
"È la loro attenzione ai dettagli spirituali, la capacità di creare le condizioni ideali perché ogni pellegrino possa vivere un'esperienza personale autentica."
Questa attenzione si manifesta nella scelta di guide con profonda conoscenza spirituale dei luoghi, nell'equilibrio tra momenti comunitari e spazi di riflessione personale, e nella creazione di occasioni di incontro significative con i veggenti e la comunità locale.
"Da Verona ero partita come una madre disperata, con un figlio che sembrava perduto per sempre. Sono tornata da Medjugorje con la chiara determinazione di salvarlo."
Il percorso di Francesca non racconta la storia di una soluzione istantanea. Suo figlio non ha miracolosamente abbandonato le cattive abitudini al ritorno della madre. Ciò che è cambiato è stato il modo in cui questa madre coraggiosa ha affrontato il problema.
"Prima di Medjugorje, alternavo momenti di durezza eccessiva a momenti di resa totale,"
confessa.
"Urlavo, minacciavo, poi crollavo e concedevo tutto. Era un circolo vizioso che peggiorava la situazione. Mio figlio vedeva in me solo debolezza o tirannia, niente vie di mezzo."
La trasformazione avvenuta nel pellegrinaggio a Medjugorje è stata l'acquisizione di un nuovo approccio: fermezza amorevole.
"Un momento cruciale è stato durante la confessione a Medjugorje,"
racconta Francesca con gli occhi luminosi.
"Il sacerdote mi ha detto parole che porterò sempre con me: 'Tu non puoi cambiare tuo figlio, puoi solo cambiare te stessa. E questo cambierà anche lui.' Quella saggezza semplice ha sbloccato qualcosa in me."
Questa esperienza ha generato in Francesca una nuova libertà interiore e una strategia concreta.
"Ho smesso di lottare contro mio figlio e ho iniziato a lottare per lui. La differenza può sembrare sottile, ma è rivoluzionaria."
"Al ritorno da Medjugorje, ho stabilito regole chiare ma ragionevoli,"
spiega Francesca.
"Ho smesso di urlare e ho iniziato ad ascoltare davvero. Ho cercato di capire quali bisogni stava esprimendo attraverso il suo comportamento distruttivo.
E soprattutto, ho trasmesso questa certezza: 'Non importa cosa fai, io sarò sempre qui per te, ma non accetterò che tu ti faccia del male.'"
La testimonianza di Francesca ci mostra come un pellegrinaggio a Medjugorje, luogo delle apparizioni della Madonna, possa offrire non solo conforto spirituale ma anche strumenti concreti per affrontare le crisi familiari più devastanti.
"Sono passati tre mesi dal mio ritorno da Medjugorje,"
conclude Francesca.
"Mio figlio sta ancora lottando con i suoi problemi, ma qualcosa è cambiato. Abbiamo iniziato a comunicare di nuovo. Ha accettato di vedere uno psicologo. Ci sono ancora momenti difficili, ma ora so che possiamo farcela. E tutto è iniziato su quella collina rocciosa di Medjugorje."
In un'epoca in cui sempre più genitori si sentono impotenti di fronte ai problemi dei figli, l'esperienza di Francesca a Medjugorje offre una prospettiva di speranza: a volte, la forza per salvare un figlio che sta percorrendo una cattiva strada può nascere in luoghi inaspettati, come durante un pellegrinaggio alla Madonna di Medjugorje.
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