Il rumore dell'acqua che scorre è il primo suono che accoglie i pellegrini sia alla Grotta di Massabielle che al Santuario dell'Amore Misericordioso. A Lourdes come a Collevalenza, l'acqua non è solo un elemento naturale: è segno tangibile della grazia divina, è strumento di guarigione, è invito alla conversione. Due luoghi distanti geograficamente ma uniti da un filo d'acqua benedetta che continua a richiamare milioni di pellegrini.
A Lourdes, tutto iniziò quel freddo 11 febbraio 1858, quando la Madonna chiese a Bernadette Soubirous di scavare nel fango ai piedi della grotta. I presenti la guardavano perplessi, alcuni la deridevano mentre sporcava il suo viso con il fango. Ma dalle sue mani sporche sgorgò una sorgente che ancora oggi non ha smesso di fluire. "Andate a bere alla fonte e a lavarvi", furono le parole della Vergine. Un invito che nei secoli ha portato migliaia di guarigioni inspiegabili.
La prima guarigione documentata avvenne il 1° marzo 1858, quando Catherine Latapie, una donna con il braccio lussato da due anni, immerse la mano nell'acqua appena sgorgata e recuperò istantaneamente la mobilità. Fu l'inizio di una serie di eventi straordinari che avrebbero reso la Grotta di Massabielle uno dei luoghi di guarigione più famosi al mondo.
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Le piscine di Lourdes furono costruite nel 1861. All'inizio erano vasche rudimentali, oggi sono strutture moderne che mantengono la stessa sacralità dei primi tempi. I volontari dell'Hospitalité de Lourdes accompagnano ogni anno migliaia di pellegrini in quello che non è un semplice bagno, ma un vero e proprio atto di fede.
L'esperienza alle piscine segue un rituale preciso. I pellegrini vengono accolti in una sala d'attesa dove si recitano il rosario e preghiere spontanee. L'atmosfera è di raccoglimento profondo. Prima dell'immersione, i volontari spiegano la procedura: "Non è un bagno termale, è un gesto di fede". L'acqua è freddissima, mantiene tutto l'anno una temperatura di 12 gradi. Eppure, uno dei fenomeni più straordinari è che i pellegrini escono asciutti dopo l'immersione.
A Collevalenza, la storia dell'acqua che guarisce iniziò un secolo dopo. Madre Speranza di Gesù, al secolo Maria Josefa Alhama Valera, ricevette nel 1960 l'indicazione precisa di dove scavare per trovare l'acqua. Come a Lourdes, anche qui l'incredulità iniziale si trasformò in stupore. Le trivelle raggiunsero i 122 metri di profondità prima di trovare la falda acquifera.
La santa spagnola spiegava: "Quest'acqua è un richiamo per i malati e i sofferenti che non possono recarsi a Lourdes. Il Signore, nella sua infinita misericordia, ha voluto donare anche qui una fonte di grazia". Le vasche di Collevalenza furono costruite seguendo precise indicazioni divine: dovevano essere accessibili a tutti, specialmente ai più poveri.
Il rituale dell'immersione a Collevalenza ha caratteristiche proprie. Prima del bagno, i pellegrini partecipano a un momento di catechesi e preghiera. "L'acqua è solo uno strumento", ripeteva Madre Speranza, "è la fede che opera la guarigione". A differenza di Lourdes, l'acqua qui è tiepida, ma l'esperienza spirituale non è meno intensa.
Il percorso prevede una preparazione strutturata:
L'acqua di Lourdes è stata analizzata innumerevoli volte nel corso degli anni. Nel 1858, il chimico imperiale Latour effettuò la prima analisi ufficiale, concludendo che si trattava di acqua potabile ricca di minerali, ma senza proprietà curative particolari. Analisi più recenti hanno confermato questi risultati: l'acqua contiene calcio, bicarbonato e magnesio, ma niente che possa spiegare scientificamente le guarigioni documentate.
Le proprietà dell'acqua di Collevalenza sono state studiate dall'Università di Perugia. Come a Lourdes, le analisi hanno rivelato un'acqua pura, ricca di minerali, ma senza caratteristiche straordinarie dal punto di vista chimico. Eppure, le testimonianze di guarigioni continuano ad accumularsi negli archivi del santuario.
Il Bureau Medical di Lourdes ha documentato dal 1858 ad oggi 70 guarigioni miracolose ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, ma le testimonianze di grazie ricevute sono migliaia. Il processo di riconoscimento di un miracolo è estremamente rigoroso: intervengono medici di diverse specialità e confessioni religiose, vengono analizzate tutte le cartelle cliniche, si seguono i casi per anni prima di pronunciarsi.
Una domanda frequente riguarda l'uso dell'acqua a casa. Entrambi i santuari permettono ai pellegrini di portare con sé l'acqua delle fonti. A Lourdes, le fontane sono accessibili 24 ore su 24, e una speciale preghiera accompagna questo gesto: "O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi".
A Collevalenza, l'acqua viene distribuita in determinati orari, e Madre Speranza ha lasciato una preghiera specifica per il suo utilizzo.
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Gli effetti dell'acqua non si limitano alle guarigioni fisiche. Molti pellegrini testimoniano trasformazioni interiori profonde. Come racconta Maria G., di Milano: "Sono venuta a Lourdes cercando la guarigione per il mio ginocchio. Non è guarito, ma ho trovato una pace che cercavo da anni". A Collevalenza, Andrea P. testimonia: "L'immersione nelle vasche è stato il momento in cui ho sentito sciogliersi anni di rabbia e risentimento".
L'affluenza dei pellegrini continua a crescere. Lourdes accoglie ogni anno oltre 6 milioni di visitatori, di cui circa 350.000 si immergono nelle piscine. A Collevalenza, i numeri sono più contenuti ma in costante crescita, con oltre 100.000 pellegrini annuali che partecipano al bagno nelle vasche.
Il legame tra questi due santuari si rafforza nel tempo. Come disse San Giovanni Paolo II visitando Collevalenza nel 1981: "Qui come a Lourdes, la misericordia di Dio si manifesta attraverso l'acqua, segno di purificazione e di vita nuova". Per chi si accosta a questi luoghi, il consiglio è sempre lo stesso: avvicinarsi con fede e semplicità. Come ricordava Madre Speranza: "Non è l'acqua che guarisce, ma la fede con cui la si riceve".