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"Ho abbracciato mia madre dopo anni di silenzi": La Comunità Cenacolo di Medjugorje che ha cambiato Giulia

Di: Riccardo

Aggiornato: 25 Maggio 2025
5 minuti

"Tornata a Novara, ho iniziato un percorso di riconciliazione con mia madre dopo anni di incomprensioni."

Con queste parole Giulia, 38enne novarese, descrive il frutto più inaspettato del suo pellegrinaggio a Medjugorje con Bianco Viaggi.

Un cambiamento profondo, nato durante la visita alla Comunità Cenacolo, un luogo di rinascita dove giovani un tempo perduti ritrovano se stessi attraverso la fede, il lavoro e la vita comunitaria.

Una donna assorta nella preghiera personale a Medjugorje, durante un momento spirituale intenso nel cammino comunitario

La Comunità Cenacolo a Medjugorje: storie di rinascita e speranza

"La visita alla Comunità Cenacolo mi ha sconvolto positivamente,"

racconta Giulia con voce ancora emozionata.

"Vedere ragazzi rinascere attraverso la fede... è stata un'esperienza che ha smosso qualcosa di profondo dentro di me."

Fondata da Suor Elvira Petrozzi nel 1983, la Comunità Cenacolo è nata per accogliere giovani con problemi di dipendenza, offrendo loro un percorso di recupero basato sulla preghiera, il lavoro e la vita fraterna.

A Medjugorje, la Comunità ha aperto una delle sue case più importanti, diventando tappa fondamentale per molti pellegrini.

Per Giulia, la visita a questa realtà è stata una rivelazione.

"Non immaginavo che esistessero luoghi così. Ragazzi che erano arrivati lì distrutti dalla droga o da altre dipendenze, ora parlavano con occhi luminosi del loro incontro con Dio, della loro rinascita."

Ciò che l'ha colpita più profondamente è stata la testimonianza di un giovane che aveva ripreso i rapporti con i genitori dopo anni di conflitti.

"Raccontava di come il perdono fosse stato la chiave di tutto. Mi sono sentita come se parlasse direttamente a me, alla mia situazione con mia madre."

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Il metodo della Comunità Cenacolo: preghiera, lavoro e condivisione

Durante la visita, Giulia ha potuto conoscere il metodo che ha reso la Comunità Cenacolo un modello di recupero riconosciuto in tutto il mondo.

"Ci hanno spiegato che non usano farmaci o terapie tradizionali,"

racconta.

"Il loro approccio si basa su tre pilastri: la preghiera, il lavoro e la condivisione sincera. Ogni giorno inizia con la preghiera, prosegue con il lavoro manuale e include momenti in cui ognuno può esprimere le proprie difficoltà e progressi."

I ragazzi della comunità hanno raccontato come la preghiera del rosario sia un momento fondamentale nelle loro giornate.

"Un ragazzo ci ha detto che all'inizio pregava meccanicamente, senza crederci davvero. Poi, gradualmente, quella pratica quotidiana è diventata un dialogo reale, una fonte di forza."

Il lavoro manuale è un altro elemento chiave.

Dalla coltivazione dei campi alla manutenzione degli edifici, dall'allevamento degli animali alla creazione di manufatti artistici, ogni attività è vissuta come una forma di terapia e di riscoperta delle proprie capacità.

"Mi ha colpito sentire quanto fosse importante per loro passare dall'essere persone che 'prendono' - la droga, l'attenzione, le risorse - a persone che 'danno' attraverso il lavoro,"

osserva Giulia.

"È un cambio di prospettiva rivoluzionario."

Ma forse l'aspetto più affascinante è il momento della condivisione, quando i ragazzi si riuniscono per parlare apertamente delle loro difficoltà, paure e speranze.

"Un giovane ci ha raccontato che all'inizio era terrorizzato da questi momenti. Abituato a nascondere i propri sentimenti e a mentire, trovava quasi impossibile aprirsi con sincerità. Ma proprio quella sincerità dolorosa è stata la sua salvezza."

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La testimonianza che ha toccato Giulia: riconciliarsi con i genitori

Tra le diverse testimonianze ascoltate, una in particolare ha toccato profondamente Giulia.

Un ragazzo sulla trentina ha raccontato del suo percorso di riconciliazione con i genitori.

"Era stato allontanato da casa per i suoi comportamenti distruttivi,"

ricorda Giulia.

"Per anni aveva accusato i genitori di tutti i suoi problemi. A un certo punto del suo cammino nella Comunità, aveva capito che doveva assumersi la responsabilità delle proprie scelte e intraprendere un difficile percorso di perdono."

Il giovane ha descritto come, dopo mesi di resistenze, aveva finalmente scritto una lettera ai genitori, chiedendo di poterli incontrare.

"Raccontava di come le prime visite fossero state tese, cariche di silenzi imbarazzati e vecchi risentimenti. Ma con pazienza e umiltà, incontro dopo incontro, era riuscito a ricostruire un rapporto che sembrava irrimediabilmente compromesso."

Quella testimonianza ha colpito Giulia come una freccia al cuore.

"Mentre lo ascoltavo, vedevo me stessa e mia madre. Le nostre incomprensioni non erano legate alla droga, ma il muro di silenzio e risentimento che si era creato tra noi negli anni sembrava altrettanto insormontabile."

L'incontro con le famiglie locali e l'esperienza con Bianco Viaggi

La visita alla Comunità Cenacolo è stata arricchita da altre esperienze significative, come l'incontro con famiglie locali organizzato dalla guida Mara di Bianco Viaggi.

Questi momenti hanno permesso a Giulia di vedere come la fede possa sostenere anche nelle circostanze più difficili, come durante il periodo della guerra nei Balcani.

"La guida Mara ha fatto la differenza,"

racconta Giulia.

"Ci ha preparato spiritualmente prima di ogni tappa, aiutandoci a vivere ogni momento non come semplici turisti, ma come pellegrini aperti a un'esperienza di trasformazione."

Il ritorno a Novara e la riconciliazione con la madre

Il vero miracolo per Giulia è avvenuto al ritorno a Novara.

"Tornata a casa, ho iniziato un percorso di riconciliazione con mia madre dopo anni di incomprensioni," racconta con emozione.

Il rapporto con sua madre era deteriorato da anni. Piccoli malintesi cresciuti fino a diventare muri insormontabili, parole non dette trasformate in silenzi ostili, ferite mai curate che avevano creato distanza tra madre e figlia.

"A Medjugorje, specialmente alla Comunità Cenacolo, ho capito che tenere il rancore è come bere veleno e aspettare che l'altra persona muoia,"

riflette Giulia.

"Ho visto ragazzi che avevano fatto e subito cose terribili ritrovare la pace attraverso il perdono. Mi sono chiesta: se loro possono farlo, perché io no?"

Il primo passo è stato difficile.

"Tornata a Novara, ho chiamato mia madre e le ho chiesto di vederci. Inizialmente era diffidente, si aspettava l'ennesimo confronto. Invece, le ho semplicemente detto che volevo ricominciare, che ero disposta a lasciare andare il passato."

La strada della riconciliazione non è stata immediata né semplice.

"Ci sono voluti tempo e pazienza. Abbiamo iniziato con piccoli incontri, conversazioni caute. Ma gradualmente, quel muro ha iniziato a sgretolarsi."

Oggi, a distanza di mesi dal pellegrinaggio, Giulia e sua madre hanno ricostruito un rapporto che sembrava irrimediabilmente compromesso.

"La settimana scorsa l'ho invitata a cena a casa mia. Abbiamo riso insieme, cosa che non accadeva da anni. È come se la Comunità Cenacolo mi avesse ricordato che la vita è troppo breve per rimanere intrappolati nei risentimenti."

Una nuova prospettiva di vita ispirata dai giovani del Cenacolo

L'esperienza di Giulia a Medjugorje, e in particolare alla Comunità Cenacolo, rappresenta ciò che molti pellegrini sperimentano: un cambiamento interiore che si manifesta poi concretamente nella vita quotidiana.

"Non è stato un cambiamento eclatante o istantaneo,"

precisa Giulia.

"Non ho visto la Madonna o fenomeni straordinari. È stato piuttosto come se qualcosa dentro di me si fosse sbloccato, permettendomi di vedere le cose da una prospettiva diversa."

Questa nuova prospettiva le ha permesso di affrontare non solo il rapporto con sua madre, ma anche altri aspetti della sua vita con maggiore serenità e consapevolezza.

"Ho imparato dai ragazzi del Cenacolo a distinguere ciò che è veramente importante da ciò che è secondario. E ho capito che le relazioni, specialmente quelle familiari, sono il tesoro più prezioso che abbiamo."

Giulia ha scoperto che spesso i miracoli più grandi non sono eventi spettacolari o fenomeni soprannaturali, ma cambiamenti interiori che trasformano la vita quotidiana, permettendo gesti di riconciliazione che sembravano impossibili.

"Se oggi qualcuno mi chiedesse cosa ho trovato alla Comunità Cenacolo di Medjugorje,"

conclude Giulia,

"risponderei: ho ritrovato mia madre. E, in un certo senso, ho ritrovato anche me stessa."


Desideri vivere anche tu l'esperienza della Comunità Cenacolo a Medjugorje?

Bianco Viaggi organizza pellegrinaggi a Medjugorje che includono visite guidate alla Comunità Cenacolo, dove potrai ascoltare testimonianze di rinascita e trasformazione.

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