Ci sono momenti in cui il futuro sembra un muro invalicabile. Andrea lo sa bene. A trent'anni, con una laurea in tasca e decine di curriculum inviati senza risposta, la depressione stava prendendo il sopravvento. "Mi sentivo un fallito", racconta oggi con un sorriso che allora sembrava impossibile.
"Avevo smesso persino di alzarmi dal letto", ricorda Andrea. "La laurea in ingegneria, gli anni di studio, i sacrifici dei miei genitori... tutto sembrava inutile. Vedevo i miei amici realizzarsi, mentre io continuavo a ricevere solo rifiuti o, peggio, il silenzio totale dalle aziende."
Anna, sua madre, vedeva il figlio sprofondare giorno dopo giorno. "Era come se si fosse spenta una luce nei suoi occhi. Lui che era sempre stato pieno di progetti, di entusiasmo, si stava trasformando in un'ombra. Come madre, mi sentivo impotente."
In un pomeriggio di particolare sconforto, Anna ha preso una decisione. "Sono entrata nella chiesa del mio quartiere, dove c'è una statua di Padre Pio. Ho acceso una candela e ho iniziato a pregare, come non facevo da anni. Ho chiesto al Santo non un miracolo, ma solo di aiutare mio figlio a ritrovare la strada."
Anna ha fatto una promessa semplice: se Andrea avesse trovato la sua strada, avrebbero fatto insieme un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. "Non l'ho detto subito a mio figlio. Era un patto tra me e Padre Pio."
Fai il tuo primo passo.
Il tuo pellegrinaggio inizia così.
La risposta è arrivata in modo sorprendente. "Un giorno", racconta Andrea, "ho ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto. Era un piccolo studio di ingegneria che cercava un collaboratore per un progetto innovativo sulle energie rinnovabili, la mia specializzazione."
Il dettaglio più straordinario? "L'ufficio si trovava proprio nella via San Pio da Pietrelcina. Quando l'ho detto a mia madre, si è messa a piangere."
"Ricordo ancora l'ansia di quel primo colloquio", continua Andrea. "Ma appena entrato, ho notato sulla scrivania del titolare una foto di Padre Pio. Mi sono sentito subito a casa."
Il progetto iniziale di tre mesi si è trasformato in un contratto a tempo indeterminato. "Non solo ho trovato un lavoro, ho trovato la mia strada. Oggi coordino progetti in tutta Italia e ho persino assunto due giovani ingegneri nella mia squadra."
Quando Anna ha rivelato ad Andrea la sua promessa, lui non ha avuto dubbi. "Dovevamo andare a ringraziare Padre Pio. Non era solo per il lavoro, ma per avermi ridato la speranza quando l'avevo persa."
Il loro primo pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo è stato un momento di profonda emozione. "Davanti alla tomba di Padre Pio", racconta Anna, "Andrea ha pianto come non faceva da bambino. Erano lacrime di gratitudine, di chi sa di aver ricevuto non solo un aiuto materiale, ma una nuova possibilità di vita."
Fai il tuo primo passo.
Il tuo pellegrinaggio inizia così.
Oggi, cinque anni dopo, Andrea e Anna tornano regolarmente a San Giovanni Rotondo. "È diventato il nostro momento speciale", spiega Andrea. "Ogni volta portiamo con noi i curriculum di giovani in difficoltà. Li lasciamo nella cripta, affidandoli a Padre Pio."
E spesso, raccontano, quelle preghiere vengono esaudite. "Non sono coincidenze", sorride Andrea. "Ho imparato che quando si ha fede, le porte si aprono. Magari non come ti aspetti, ma si aprono."
"Il mio ufficio è diventato un punto di riferimento per tanti giovani ingegneri", conclude Andrea. "Sulla mia scrivania c'è la stessa foto di Padre Pio che vidi al mio primo colloquio. E quando vedo negli occhi di un ragazzo quella stessa disperazione che avevo io, gli racconto la mia storia."
Anna aggiunge con gli occhi lucidi: "La grazia più grande non è stato il lavoro in sé, ma vedere mio figlio trasformare la sua sofferenza in una missione per aiutare gli altri. Questo è il vero miracolo di Padre Pio.