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Pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo: "Il dono più grande" - la storia di Lucia e Marco

Di: Riccardo

Aggiornato: 1 Giugno 2025
3 minuti

Un test di gravidanza negativo è sempre una piccola ferita nel cuore di una donna. Per Lucia sono stati otto anni di ferite, una dopo l'altra, fino a quando le lacrime sembravano essersi prosciugate. Otto anni di tentativi, esami, cure e speranze infrante che avevano segnato profondamente lei e suo marito Marco.

Donna in preghiera accarezza il rosario nella statua di Padre Pio all’esterno del santuario di San Giovanni Rotondo.

Il sogno che sembrava impossibile

"Ci siamo sposati giovani, pieni di sogni", racconta Lucia. "Tra questi, il più grande era avere una famiglia numerosa. Non avremmo mai immaginato che proprio questo sogno sarebbe diventato la nostra croce più pesante."

I primi anni sono stati un susseguirsi di visite mediche, diagnosi incerte, terapie sempre più invasive. "Ogni mese era un'altalena emotiva", ricorda Marco. "Vedevo mia moglie spegnersi lentamente, consumata da un desiderio che sembrava impossibile da realizzare."

Il peso della solitudine

La sofferenza più grande era spesso la solitudine. "Le persone intorno a noi non capivano", spiega Lucia. "Chi già aveva figli ci diceva di rilassarci, che sarebbe successo naturalmente. Chi non ne aveva ci suggeriva di pensare ad altro, di rassegnarci. Ma come si fa a rassegnarsi a un sogno che ti porti dentro da sempre?"

Gli anni passavano, e con essi anche le possibilità sembravano diminuire. "I medici iniziavano a parlare di probabilità sempre più basse", racconta Marco. "Vedevamo le nostre speranze sciogliersi come neve al sole."

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L'incontro che ha cambiato tutto

La svolta è arrivata in modo inaspettato, attraverso un'anziana signora incontrata in chiesa. "Era una devota di Padre Pio", ricorda Lucia. "Mi ha visto piangere dopo l'ennesimo test negativo e si è avvicinata. Mi ha raccontato la sua storia, così simile alla mia, e di come Padre Pio le aveva donato la gioia della maternità."

Quella conversazione ha acceso una nuova luce. "Per la prima volta dopo tanto tempo, ho sentito una scintilla di speranza vera", dice Lucia. "Non era la speranza disperata a cui mi aggrappavo ogni mese, ma qualcosa di diverso, più profondo."

Il pellegrinaggio della speranza

La coppia ha deciso di fare un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. "Non volevamo andare a 'chiedere' un figlio", precisa Marco. "Volevamo trovare la pace, accettare qualunque fosse il disegno di Dio per noi."

"Ricordo ogni istante di quel primo pellegrinaggio", racconta Lucia. "L'arrivo all'alba, la Messa nella chiesa antica, la discesa alla cripta. Davanti alla tomba di Padre Pio ho pianto tutte le lacrime che pensavo di non avere più. Ma erano lacrime diverse, non di disperazione, ma di abbandono."

La notte nella cella

La coppia aveva deciso di fermarsi tre giorni. "Abbiamo alloggiato in una delle celle del convento, proprio come i pellegrini di una volta", racconta Marco. "La semplicità di quella stanza, il silenzio, la preghiera... è stato come un resetʹ della nostra vita."

Durante quelle notti, Lucia ha fatto un sogno particolare. "Ho sognato Padre Pio che sorrideva, senza dire nulla. Mi sono svegliata con una sensazione di pace che non provavo da anni."

Il miracolo della vita

Due mesi dopo quel pellegrinaggio, l'impossibile è diventato realtà. "Quando ho visto il test positivo, non ci credevo", racconta Lucia con gli occhi lucidi. "L'ho rifatto tre volte. Poi sono corsa in chiesa, dalla signora che mi aveva parlato di Padre Pio. Lei mi ha abbracciato e ha detto: 'Lui lo sapeva'."

La gravidanza è proseguita serenamente, e nove mesi dopo è nata Sofia. "Abbiamo scelto questo nome perché significa 'sapienza'", spiega Marco. "Ci ricorda che la sapienza di Dio va oltre ogni nostra comprensione."

Il ritorno annuale

Oggi Sofia ha quattro anni, ed è una bambina vivace e sorridente. "Ogni anno torniamo a San Giovanni Rotondo per il suo compleanno", racconta Lucia. "Le raccontiamo sempre di come Padre Pio l'ha aiutata a venire da noi. Lei dice che è 'il suo santo speciale'."

Il pellegrinaggio è diventato un momento importante per tutta la famiglia. "Portiamo sempre dei giocattoli da donare ai bambini bisognosi", spiega Marco. "Vogliamo che Sofia cresca sapendo che ogni dono va condiviso."

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Una testimonianza di speranza

La coppia ha deciso di condividere la loro storia per dare speranza ad altri. "Incontriamo spesso coppie che stanno vivendo quello che abbiamo vissuto noi", dice Lucia. "Li ascoltiamo, preghiamo con loro, condividiamo la nostra esperienza."

"Non diciamo mai che avere un figlio è l'unica strada per essere felici", conclude Marco. "Ma testimoniamo che la fede può aprire strade che sembrano impossibili. Sofia è la nostra piccola grande prova che i miracoli esistono ancora.

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