Una salita vera: cura, fede, giorni buoni e giorni duri. Nessuna scorciatoia. Solo passi che, piano, trovano strada.
Mi piace pensare a Santa Rita con il segno della spina sulla fronte. Secondo la tradizione, nel 1432, davanti al Crocifisso nella chiesa di Cascia, Rita chiese di condividere le sofferenze di Cristo: una spina della corona si staccò e le si conficcò nella fronte.
Da allora, per quindici anni, quella ferita rimase aperta e profumata, dolorosa eppure accolta con amore. Si riaccendeva nelle ore di preghiera; e per delicatezza verso le consorelle, Rita scelse spesso il nascondimento.
Non è un dettaglio pietoso: è un linguaggio. Dice che c’è una strada per stare dentro il dolore senza esserne divorati. Per questo, chi affronta malattie e prove “impossibili” si sente vicino a lei.
La storia di Paolo.
Arriva la frase che non vuoi sentire. Paolo, papà di due bimbi, guarda l’orologio ma il tempo non si muove.
Cartelle, appuntamenti, terapie: la vita si stringe, la casa fa silenzio. Non è resa: è la concentrazione di chi allaccia gli scarponi.
La prima decisione è semplice e forte: curarsi bene. Medici, protocolli, disciplina. La seconda nasce dove le mani tremano: affidarsi.
Una preghiera breve ogni sera, il nome di Santa Rita ripetuto come un respiro. Non per magia: per forza.
A Cascia non ci sono palchi. C’è una candela, una rosa, e una frase ascoltata quasi per caso: “la santità non cancella la storia, la illumina”.
Paolo la mette in tasca. Torna a casa con la stessa terapia, ma con il cuore un po’ più diritto.
Si cammina. Esami, controlli, attese in corridoio. Gli indicatori cominciano a spostarsi; le parole dei medici diventano cautamente positive.
Nessuno schiocco di dita, nessun “tutto e subito”: solo una curva che cambia verso, piano ma chiaramente. L’inatteso prende corpo.
Paolo non alza bandiere. Ringrazia. La competenza dei medici, la pazienza di chi gli sta accanto, la compagnia discreta di Santa Rita.
Non cerca spiegazioni perfette: custodisce il bene ricevuto. A Cascia promette di tornare, senza chiedere segni: per dire grazie.
Questa è una storia vera.
Qui la scienza ha fatto la sua parte, la fede ha tenuto la mano, e il tempo ha compiuto il resto.
Non vendiamo promesse: raccontiamo strade di bene percorribili, dove cura e preghiera camminano insieme con rispetto e pudore.
Perchè come Santa Rita ha portato una spina.
Gesù a lei, Non ha tolto il dolore dal mondo: gli ha insegnato a cambiare volto.
Ecco perchè chi soffre trova ancora cura, coraggio e quella pace sottile
che regge il passo quando le parole finiscono.